Partito comunista cinese

Bertolini N.,Lecchini L., Pizzanelli G., Spadoni L.

 

Fondato a Shanghai nel 1921, sotto la spinta dei movimenti marxisti e del movimento nazionalista rivoluzionario del 4 maggio, il quale iniziò un’attiva di collaborazione col governo nazionalista di Sun Zhongshan.

La dirigenza privilegiava l’intervento tra la classe operaia e l’alleanza col Guomindang, come suggerito dall’Internazionale, Mao Zedong si dedicò all’organizzazione delle masse rurali. Alla sanguinosa repressione dei comunisti scatenata da Jiang Jieshi, il Partito comunista cinese si ritirò nelle campagne, dove vennero organizzate delle unità amministrative autonome, centro dell’azione politica. Allo scoppio della guerra cino-giapponese, il Partito comunista cinese promosse l’alleanza con il Guomindang, che durò fino alla cacciata dell’invasore. Dal 1945 guidò la guerra civile che portò alla proclamazione della Repubblica Popolare Cinese. Lo scontro tra le due linee presenti, quella maoista e quella filosovietica, si riaprì dopo la presa del potere. L’aiuto sovietico impose al paese il modello di sviluppo basato sull’industria pesante e determinò la burocratizzazione del partito al modello staliniano Mao Zedong contrappose un modello cinese, basato su un diverso rapporto tra partito, masse e società. La lotta politica si esplicitò in diverse campagne  che imposero la linea più radicale. Il fallimento economico delle comuni popolari costrinse Mao Zedong a lasciare la guida del partito a Liu Shaoqi.. Nel 1965 Mao Zedong riprese la campagna contro il "revisionismo" della nuova dirigenza e, con l´appoggio dell’esercito e delle forze giovanili, lanciò la "rivoluzione culturale" che sconvolse completamente le strutture non solo del partito ma dell’intera società cinese: tutta la vecchia guardia venne rimossa dalle cariche, Liu Shaoqi venne eliminato e si affermò Lin Biao, comandante dell’esercito. Nel 1970 Mao Zedong, sostenuto da Zhou Enlai, riprese il controllo della situazione, consolidando il partito e proponendo una linea di dialogo con gli USA in funzione antisovietica. Nel 1971 Lin Biao morì misteriosamente mentre tentava la fuga e riapparvero molti vecchi dirigenti messi da parte durante la rivoluzione culturale. Alla morte di Zhou Enlai e di Mao Zedong, si affermò Hua Guofeng che eliminò l’ala più radicale del partito . Nel 1978 si affermò la linea pragmatica, detta delle "quattro modernizzazioni", alla testa della quale si pose Deng Xiaoping. A una liberalizzazione economica non corrispose però un’analoga apertura sul piano politico.

 

Fonte del testo:Enciclopedia “ Zanichelli “

 

 

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