IL PELLEGRINO

La figura del pellegrino inserita nella facciata della Pieve di Fornovo ci appare, se escludiamo la rottura del volto, ancora abbastanza intatta e particolareggiata nel suo aspetto fisico.
 
Una sacca, che nel linguaggio adatto corrisponderebbe a bisaccia, spunta dietro il collo dimezzato, ed appare al quanto piena: sicuramente il percorso compiuto dal pellegrino doveva essere molto lungo. La bisaccia è sostenuta dal viandante con la mano sinistra, mentre con quella destra impugna un cesto
evidentemente di vimini che serviva probabilmente a contenere le pietanze di cui cibarsi.

Dalla cintura posta in vita pendono un'altra piccola bisaccia e delle chiavi: chiaro simbolo che il pellegrino era di ritorno da Roma. Le chiavi, infatti, insieme alla croce, costituiscono il segno inconfondibile ed evidente del pellegrinaggio all'attuale capitale d'Italia, sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo; così come esisteva la palma per Gerusalemme ossia per la Terra Santa e la conchiglia per il pellegrinaggio a Santiago di Compostela, in Spagna.

Gli abiti, molto semplici, sono formati da una giacca piuttosto lunga sotto la quale compare una camicia ed un paio di pantaloni che terminano poco sotto il ginocchio. Le scarpe, non particolareggiate, sono precedute da calze decorate da cerchi a bassorilievo.

Tutta la statua è sostenuta da una bassa base che prosegue in altezza dietro la figura.

La rappresentazione della figura del pellegrino nella iconografia dell'itinerario del nostro Appennino richiama la presenza di una viva tradizione alla quale la religiosità lunigianese ha offerto un contributo significativo.

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