IL LABIRINTO
di S. Pietro in Pontremoli.

 

( Da: G. Benelli, La via Francigena i santi pellegrini, la peste e il culto di San Rocco a Pontremoli, Cronaca e storia di Val di Magra,1997-1998. )

Nella Chiesa di San Pietro "de conflentu" a Pontremoli, presso la Porta Fiorentina, si trova la pietra arenaria che raffigura il labirinto, un'immagine che può suscitare ansia, ma può anche dare il gusto dell'avventura.

Esso raffigura un cavaliere che sconfigge la morte: dietro di lui un demonio; ai lati un drago che si morde la coda e la clessidra indicano il cerchio eterno del tempo e il suo trascorrere vorace.

Al di sotto del disegno del labirinto si legge "sic currite ut comprehendatis" e il pellegrino che attraverso la via Francigena va a Roma o a S. Jacopo o al Santo Sepolcro sa che solo con le proprie forze può conquistare il centro di ogni perfezione.
 

Il labirinto di Pontremoli simile a quelli di Piacenza e Lucca, ci ricorda la grande stagione dei pellegrinaggi che erano considerati prove per una rinascita anteriore.

I numerosissimi pellegrini che transitavano lungo la via Francigena portavano i segni di culture diversi, rimasti nell'architettura e nella vita commerciale (si aprono botteghe, taverne e magazzini nuovi).

Quindi la Via Francigena non è soltanto un elemento di crescita religiosa, ma condiziona la nascita e la forma architettonica di tanti centri urbani come, per esempio, Pontremoli "porta e chiave dell’Appenino" la cui origine è dovuta alla sua funzione viaria ai piedi del passo della Cisa. L’arcivescovo Sigerico di ritorno da Roma, elenca i luoghi dove sosta lungo il viaggio, e cita Pontremoli proprio perché è un abitato consistente sorto nell’alto medioevo sulla via del Monte Bardone, la strada che i Longobardi hanno aperto da Lucca a Pavia e che, col dominio dei Franchi viene chiamata Francigena.

Il centro storico di Pontremoli sta proprio ad indicare che l’oppidum medioevale è sorto a controllo di strade sullo sperone del Monte Molinatico fra corsi d’acqua.

Questa caratteristica è segnata dalla presenza di priorìe, chiese, ospedaletti dipendenti da grandi monasteri lontani, che con la loro specifica missione religiosa e sociale hanno affiancato, dapprima, la politica longobarda e poi quella carolingia.

 

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